Zorro

Zorro
Contro le ingiustizie

lunedì 7 ottobre 2013

Siamo pronti a cambiare?

Scrivendo in questo gruppo, dopo averlo fondato ed avervi dedicato molto tempo, aver subito la vigliaccheria anche di alcune figurine pure della politica locale, ogni tanto mi chiedo se la nostra coscienza, consapevolezza della condizione in cui siamo ed alla quale guarda lo scopo del gruppo, sia maturata. 
Siamo stati rigorosamente apartitici, ho cancellato decine e decine di contributi fuori rotta, dalle pantofole in offerta alla pubblicità cieca ad uno piuttosto che all'altro figurino della nostra deprecata classe politica. 
Mentre lavoro, scrivo il mio libro, ed attendo alla pulizia del gruppo, mi chiedo quanti di noi, alle prossime elezioni, ma anche quando andranno al bar, correggeranno un compito, faranno la spesa, si porranno il problema di dare un'inclinazione particolare alla loro chance di cambiamento.
Credere che non sia possibile è opzione che non mi riguarda, probabilmente per carattere, e non per eroismo, e spesso chi afferma che tanto nulla cambierà è solo scoraggiato dalla propria viltà, oltre che dalla disonestà di una certa parte dell'attuale classe politica. 
Avremo, in altri termini, il coraggio di mandarli una volta per tutte a casa, qualsiasi sia la scolorita casacca che indossano? Quale che sia il tornaconto provinciale ed un poco sudicio che continuiamo ad attenderci pur proclamandoci stufi di tale degrado?

sabato 17 agosto 2013

Immigrazione e sprechi: la terza via esiste, e siamo noi.


Sembra che in questo paese, in tema di regolamentazione dell'immigrazione, esistano solo due posizioni: quella che apre indiscriminatamente le porte, e quella che reagisce, a suon di volgarità da caserma (ma della peggiore!) per un quasi indiscriminato respingimento.
Vorrei che ai primi, paladini solo dell'anarchia dalla quale vorrei fossero inghiottiti, ed ai secondi, emuli della peggiore volgarità, e sconvenienti, anche fisicamente, come i primi dai quali vorrebbero distinguersi, sia chiaro che esistono persone che hanno anche una posizione diversa.

La terza via, per così dire, è slegata dall'assistenzialismo, lucroso, che alcuni vorrebbero, e detesta, con forza, la volgarità espressa da chi dice no ebbro d'ignoranza. E' una strada più difficile, articolata, ma che distingue, seleziona, e soprattutto previene. Consiste nell'investimento dei denari che sono necessari al nostro sistema connotato, come dicevo, dal lucroso assistenzialismo, in strumenti di progresso che debbono essere creati ed alimentati nel paese d'origine. 

L'assistenzialismo, che in questo paese è perorato non solo quando si discuta d'immigrazione, ma sempre allorché si abbia a che fare con aree di -presunta- debolezza (pensate ai c.d. consumatori) è un businnes che crea mercato alle organizzazioni sindacali politicizzate, che mantiene in vita altri professionisti del nulla che di lavoro spiegano come aiutare chi, invece, non si vuole vedere crescere ma che si preferisce assistere. 

L'assistenzialismo, in altri termini, spero più chiari, non mira a rendere libere le persone che abbisognano d'aiuto, a ma a renderle vittime, per sempre, della lucrosa attività d'aiuto. Meglio avere mille e costose organizzazioni che, qui, assistono, e pesano sulle risorse, che investimenti silenziosi ma produttivi in grado di creare opportunità di crescita nel paese d'origine; che aiutino, insomma, le persone in difficoltà a non avere più bisogno.
Eh si perché se li rendiamo autonomi, non possiamo poi più lucrare sul loro bisogno !

La terza via esiste, cari esponenti solo delle vostre piccole, misere, necessità di sopravvivenza politica, ed è portata innanzi non con strepiti, sputi, ed altre espressioni sconvenienti, né ben vestita ed imbellettata di perbenismo.

La terza via è contro gli sprechi, ancora una volta.

giovedì 1 agosto 2013

Giustamente oggi un'amica mia ha chiesto se il movimento diventerà qualche cosa, qualche cosa di più, un giorno... Sarebbe bello, evidentemente, ma vorrei che facesse qualche cosa di più anche oggi. E' vero che esistono molti blog, anche similari, molti dei quali sono però al servizio di una scelta, di parte, se non maliziosamente orientati. Non credo però sia cosa da poco invitare alla riflessione nel modo meno partigiano possibile, ed anche grazie a voi, e ad alcuni aspetti che credo rendano questo blog un poco diverso dagli altri (chi non ci conosce bene prenda atto dei documenti che lo fondano e, credo, contraddistinguono). Il di più possiamo però farlo ogni giorno, ciascuno nel proprio quotidiano, personale e professionale, orientando le nostre scelte, lottando contro gli sprechi ed il sistema clientelare; l'abusività della falsa rappresentazione che i politici di oggi in gran parte esercitano non ci può sottrarre dal dovere di esercitare, noi per primi, il ruolo di protagonisti del nostro destino.
Un esempio? Eccolo: Un ufficio pubblico non fa bene il proprio lavoro, omettendo di stimolare un partner privato, pagato con soldi pubblici, che rimane inerte causando danno alla collettività. La consuetudine vorrebbe che la critica venisse, anche dal punto di vista giuridico, rivolta al partner privato che non fa il lavoro per il quale è stato pagato con soldi pubblici. Ma l'ufficio pubblico, anch'esso sostenuto con denari della collettività, può continuare a comportarsi a guisa di osservatore non interessato? La sua inerzia, chi la stigmatizza ? Ebbene, l'ho fatto, anche duramente, richiamando l'ufficio pubblico a fare il proprio lavoro, a smettere i panni dell'osservatore disinteressato ricordandogli quali siano i suoi doveri. La reazione del suo titolare è stata inopportuna e polemica: colto nel vivo dalla critica, che evidentemente riteneva fondata, si è detto con la coscienza a posto ricordandomi che non sono io il titolare dell'ufficio e che tutto funziona comunque bene! Allora ho segnalato la sua improvvida risposta ai suoi superiori, alla Regione, invitandolo a considerare che, in qualità di dipendente pubblico deve rispondere anche a me, sia quale avvocato che gli scrivo a tutela degli interessi violati di terzi, sia come cittadino che ha diritto di sapere come vengono spesi i denari, inclusi quelli utili a pagare il suo stipendio. Il risultato? Il partner privato in una settimana ha fatto ciò che non aveva fatto in quasi dieci anni, dimostrandosi pronto a tutto...e l'ufficio pubblico ha cominciato ad esercitare il controllo che prima non esercitava. C'è voluto tempo, arrabbiature, ho ottenuto nuovi nemici (ma di quel tipo ne ho già moltissimi !), ma ora non ho solo risolto il caso di un cliente, che magari nemmeno vorrà pagarmi, ma orientato il mio lavoro.
Possiamo farlo, dobbiamo però volerlo fare.

mercoledì 31 luglio 2013

eh si, è ciò che le spetta, poteva fare la cubista (era bella, dice) o il premio Nobel o l'impreditrice di successo, garantendosi quindi, secondo lei, ricchezze e nessun rischio, invece ha scelto la porca e dura vita del politico, piena di rinunzie e rischi ed ora ne subisce le gravi conseguenze con la sua pensione...grazie per aver rinunciato ad una vita felice accontentandosi di così poco!

In pensione a 50 anni con più di 3.000 euro al mese: la "casta" colpisce ancora

Alessandra Guerra, ex presidente della regione Friuli, dal primo agosto percepirà un assegno mensile di 4388 euro lordi per 15 anni di impegno attivo nelle istituzioni: nel 1993 entrò in consiglio regionale, ne uscì a maggio 2008


Tangenti per restaurare le ville venete:
ecco gli imprenditori che hanno pagato

Avrebbero corrotto un funzionario dell’Irvv per avere contributi
regionali. La difesa: solo consulenze di un libero professionista



http://gazzettino.it/nordest/primopiano/tangenti_per_restaurare_le_ville_venete_ecco_gli_imprenditori_che_hanno_pagato/notizie/310416.shtml

lunedì 29 luglio 2013


Una soluzione che li farà impazzire! L'Hotel ITALIA !
Ci lamentiamo dell'indennità che viene corrisposta ai nostri parlamentari: è utile a consentire l'esercizio, sicuramente prezioso, della loro funzione, nella quale io stesso credo, perchè da qualche parte dovranno pure vivere e mangiare i nostri eletti, ed è vero.

Se anche le istituzioni fossero amministrate come imprese, e non come colabrodi, un imprenditore penserebbe di organizzare la spesa in modo da ridurla il più possibile, così da aumentare il bilancio positivo con le entrate. 
Ebbene, una possibilità per farlo esiste, aiutatemi a portarla all'attenzione di tutti per costringere chi ci rappresenta...a rappresentarci e metterla ai voti!
Basta ad indennità forfetarie!

Basta a mense principesche!

Da domani potrebbe essere creata, o riadattata, una struttura ricettiva in grado di ospitare tutti i parlamentari durante la loro permanenza a Roma: un letto decoroso, magari pure una piscina e pasti assicurati direttamente presso tale struttura, amministrata dallo stato ma in modo manageriale. Saranno così cancellate tutte le indennità che, sulla carta, sarebbero finalizzate ad offrire sostentamento ai nostri eletti durante le lunghe e faticose permanenze nella capitale.

Il risparmio sarebbe enorme, si creerebbero nuovi posti di lavoro, lo spreco di denaro sarebbe ridotto in modo drastico e in questo meraviglioso collegio per parlamentari potrebbero trovare accoglienza pure altre cariche dello stato, inclusi i Ministri, ed il relativo personale. Chi rifiuta la sistemazione, decorosa, all'Hotel ITALIA non deve aver diritto ad alcuna forma di indennità alternativa per la sua sopravvivenza. 

Pretende di essere trattato diversamente con il denaro altrui? Benissimo: si dimetta!
Il letto non è fatto bene? La mensa fa schifo? Si lamenteranno con il servizio, e poi, di filato, andranno a lavorare, come tocca anche a chi è destinato ad otto ore in miniera, nei campi, in un camion, e non pretende di godere del lusso se non a proprie spese.


Sarò ripetitivo, mi perdonerete, ma al di là dei proclami sull'autunno di fuoco, espressi da alcuni, e dalla risposta, del Premier, sulla necessità invece di una riconciliazione, e senza voler prendere, perchè proprio non mi interessa, le parti di alcuno, trovo sia ipocrita e vergognoso continuare ad avere apparente comprensione per la condizione di moltissimi italiani, magari a casa senza lavoro, e mantenere assurdi privilegi -che questa pagina denuncia da tempo- in grado di per sè soli, se abdicati, di tenere aperte aziende, salvare migliaia di posti di lavoro.
Continuo quindi a credere che sino a che non saranno accolte le nostre richieste, contenute nel manifesto di programma, la classe politica, di qualunque colore, non potrà godere di alcuna credibilità.
Rinunciate prima ai privilegi, evitate gli sprechi di denaro pubblico utili a sostenere le vostre spesso vergognose guarentigie, e solo allora potrete dirvi dispiaciuti delle condizioni di difficoltà del Paese.
E non venite a dirmi che non è la mera rinuncia a tale spreco a poter discriminare il buon politico da quello pseudo-mafioso al quale spesso siamo abituati, perché siamo un popolo in difficoltà, ma non siamo stupidi.

venerdì 3 maggio 2013

se critichi la casta sei un fautore dell'antipolitica, minaccia che più nefasta non può essere agli occhi di chi continua ad ungere gli ingranaggi di un sistema basato sul clientelismo e gli interessi personali di pochi per potervi sopravvivere all'interno.
Ma è evidente a tutti che questo sistema è al tracollo e che la tensione sociale trova alimento, al fine, in una sorta di delusione collettiva: non si può confidare in un sistema che fagocita le reazioni legittime dei cittadini ed impedisce loro, di fatto, di cambiare. Ne è conseguenza immediata la perdita di speranza, per chi è disperato, in un futuro migliore. I nostri politici hanno questa gravissima responsabilità, di aver privato molti di una speranza.
Qui vorremmo radunare le forze per reagire, in modo legittimo ma fermo, al continuo stillicidio di risorse, perché di fronte alla mancanza di risorse, ed al continuo spreco al quale assistiamo anche grazie alla salvezza che viene destinata ai privilegi della casta, vengono meno gli strumenti per guardare al futuro con serenità. Altro che antipolitica.
Ma noi non molliamo.

giovedì 4 aprile 2013

Diciamo stop alla follia del legislatore che si appresta al taglio dei risarcimenti!

Nella recente puntata de "I Vostri Diritti", edita da radiotop, l'Avv. Nicola Todeschini, socio fondatore di U.n.a.r.c.a. e responsabile del lemma malpractice nella rivista Persona e Danno, lancia l'allarme sul decreto taglia risarcimenti che al prossimo consiglio dei Ministri il Governo Monti vorrebbe regalare a tutti gli italiani.
L'Appello da rivolgere è al Presidente della Repubblica Napolitano affinchè non firmi, macchiando la fine del suo settennato, questo ennesimo e sconcertante regalo alle compagnie di assicurazione che si rivelerà un boomerang: il denaro che non verrà corrisposto ai danneggiati lo dovrà integrare lo Stato (prelevandolo dalle tasche dei cittadini) per consentire loro cure ed assistenza, anche previdenziale, e si rivelerà quindi l'ennesimo spreco di denaro pubblico. Chi assisterà, se non lo Stato, i macrolesi quando le loro famiglie non ce la faranno più?
Nel frattempo le compagnie continuano ad erogare ai loro top manager compensi nell'ordine dei milioni di euro a dimostrazione della condizione di difficoltà che lamentano, ingiustamente, ogni giorno.
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giovedì 21 marzo 2013

Democrazia 2.0 grazie alla rete? Continua l'approfondimento grazie alla rubrica "I Vostri diritti" edita da radio top