Anche nella giornata di ieri è proseguito il teatrino, triste, della politica con la "p" minuscola. Ora, addirittura, esponenti di spicco, per esempio Rosy Bindi, in tutta libertà riferiscono di aver parlato con il Capo dello Stato e di avergli promesso, data la crisi in atto, che si comporteranno bene bandendo atteggiamenti ispirati ad interessi faziosi ma lavoreranno "solo" per il bene del Paese.
La stessa licenza linguistica dimostra quale scarsa cura esista, di norma, per gli interessi del Paese, con quale senso d'impunità si rappresenti come eccezionale ciò che invece dovrebbe essere normale: il servizio per il bene di tutti.
Non sono confidenze sussurrate in qualche intercettazione telefonica, ma inconsapevoli confessioni di uno sciagurato senso del bene comune, da troppo tempo simbolo di una classe politica che non si vergogna più di nulla, nemmeno di sè stessa.