Durante l'ennesima tribuna politica di ieri, ed al di là della persuasione -per chi scrive pari a zero- che suscitano i protagonista dell'una e dell'altra fazione, di nuovo ci siamo sentiti chiamati in causa tra coloro che adottano la c.d. casta a loro bersaglio. Nuovamente è stato affermato che bisogna fare molta attenzione all'antipolitica, guardarsi da atteggiamenti populisti, addirittura siamo stati ammoniti a non mettere l'Italia nelle mani dei burocrati. Insomma siamo noi rivoluzionari anti-casta il vero pericolo per l'Italia!
Tra un'ammissione e l'altra relativa ai costi, abnormi, della politica, nessuno si è però detto disponibile a rinunciare ai suoi privilegi, quanto meno sino a che non saranno eliminati dall'alto. E' evidentemente in atto il tentativo, tipico dell'animale ferito, di seminare zizzania durante la fuga per confondere il suo aggressore: tenere lontana la tensione emotiva dal nodo, cruciale, dei privilegi è forse l'unica strategia dei parolieri di professione.
Noi pensiamo, invece, che senza la rifondazione, dalle basi, del sistema dei privilegi, che va cancellato, la credibilità della politica, dei candidati presenti e futuri, non sarà mai dimostrata.
E' necessario giungere alla prossime elezioni con un sistema ampiamente riformato, che allontani dalla vita politica i millantatori, i cacciatori di tesori che nella vita reale mai sarebbero in grado di trovare, i disperati che hanno investito tutte le loro risorse nella rincorsa al "posto fisso della politica".
Uno dei sistemi è certamente quello di sottrarre dai loro artigli il tesoro, rendere molto meno vantaggioso, dal punto di vista economico, scendere in campo; sottrarre energie al sistema clientelare, che si fonda sullo scambio di favori ma pure di utilità economiche.
Queste risorse vanno restituite ad un sistema in grado di distribuirle alle fasce deboli, ai malati, agli anziani, ai giovani che cercano lavoro. Oggi, invece, è nelle mani di moltissimi parlamentari (ne basterebbero la metà) che lo utilizzano anche per alimentare al loro rete di connivenze, favori, sconti, visibilità.
Vorremmo fosse chiaro che chi non manifesta nei fatti, inderogabilmente, la sua contrarietà al sistema attuale dei privilegi, rinunciandovi sin da subito, non merita neppure la nostra attenzione, qualsiasi sia lo schieramento dal quale proviene, al quale ambisce di trasferirsi più o meno coerentemente.
La linearità di questo approccio, che condividiamo sin dalla nascita del Movimento Basta Sprechi, la semplicità del messaggio che contiene, deve attraversare l'opinione pubblica, produrre la consapevolezza che senza tale normale gesto di rifiuto di privilegi incomprensibili manca del tutto l'attendibilità del politico al servizio, suo fine primario e spessissimo dimenticato.
"BASTA SPRECHI - Movimento per la riduzione della spesa e l'eliminazione dei privilegi" è un movimento politico apartitico nato da un'idea di Nicola Todeschini per nulla originale: ridurre gli sprechi di denaro pubblico, ed in particolare quelli che costituiscono evidenti privilegi della casta ed alimentano scopi clientelari; originale è invece la condizione, da lui posta, a fondamento del movimento: ottenuti gli obiettivi che verranno nel dettaglio condivisi, il movimento si scioglierà.
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