Ad alcuni è chiarissimo, ad altri meno, molto meno. Forse in questa incomprensione consiste la disaffezione, l'inerzia civica da molti manifestata. Curiosa, ma attesa, anche l'incapacità di alcuni di stare alle regole, di accettare che non si possa sempre fare e dire tutto in qualsiasi luogo, od occasione. Non è curioso se ci si definisce degli "anarchici assoluti" e nemmeno se si manifesta un desiderio irrefrenabile di trattare qualsiasi bacheca, o gruppo, come il salotto di Maria de Filippi. Vero è che siamo tendenzialmente abituati al peggio, alle liti cercate ad ogni costo pur di essere cliccati, cercati, visibili, ma è pur vero che non è necessario essere d'accordo, per esempio con alcune regole funzionali ad un progetto, ed in tal caso sarebbe forse più onorevole non frequentare un luogo le cui regole, legittimamente, non si accettano.
Ma torniamo a noi: il web è colmo di occasioni per lamentarsi, e basta; addirittura per insultare, dare libero sfogo alle proprie peggiori tendenze, per costruirsi un bersaglio con l'effige di Berlusconi piuttosto che Bersani, ebbene questa non è una di quelle occasioni, di quei postriboli.
Il gruppo è stato creato con un'altra finalità, quella di affrontare un vizio trasversale, a tutti gli schieramenti, grazie al quale esistono privilegi, per nulla giustificati, a favore di chi dovrebbe essere animato, invece, da spirito di servizio. Non ci interessa la destra, la sinistra, vorremmo, per usare un frase ad effetto, volare alto, ma nel senso di non essere strumentali a scaramucce di partito, non adesivi per uno schieramento, e tanto meno protagonisti di scalate al potere. Per tale ragione, che evidentemente infastidisce chi è abituato a leggere la realtà solo grazie alle lenti faziose che indossa, e che ha bisogno di sentirsi dire che la destra fa schifo o la sinistra fa pena, è stato deciso di lasciare fuori le proteste generiche, lasciar perdere il più possibile il qualunquismo, anche e soprattutto per non dare l'impressione, a chi ci visita, della solita occasione concessa al turpiloquio; ve ne sono molte, chi le brama le frequenti lasciandoci senza animosità.
Le vostre segnalazioni, spesso commentate con grande acume, sono quindi utili ed apprezzate in quanto funzionali ai nostri temi. Apprezzabili, ma fuori luogo, se estranee ai nostri fini.
E' inutile far finta di poter affrontare tutto, e battere tutti; credo sia molto più onesto prefiggersi un unico fine, che nel nostro caso consiste nella profonda revisione, senza colore, delle regole che sovrintendono i privilegi detestabili che hanno reso l'attività politica a certi livelli, per molti (non certo per tutti), un miraggio economico insostituibile.
Il vizio, dicevo, è trasversale, perchè non mi risulta (ma potrò sbagliare) che vi sia chi abbia deciso di autoridursi indennità, rifiutare privilegi, asserendo addirittura che fino a che non lo fanno tutti non sia giusto chiederlo solo ad alcuni; come a dire: ammetto che sia sbagliato passare con il rosso, ma finche sbagliano loro sbaglio pure io.
Altri ci vorrebbero in piazza, attorno a gazebi, scesi in campo, con o senza elicottero, e quindi omogenei ad uno standard secondo il quale realizzata un'iniziative di un certo seguito, l'attenzione va sfruttata con una condidatura; come se, aggiungo, un candidato, da solo, potesse sradicare questo malcostume.
"BASTA SPRECHI - Movimento per la riduzione della spesa e l'eliminazione dei privilegi" è un movimento politico apartitico nato da un'idea di Nicola Todeschini per nulla originale: ridurre gli sprechi di denaro pubblico, ed in particolare quelli che costituiscono evidenti privilegi della casta ed alimentano scopi clientelari; originale è invece la condizione, da lui posta, a fondamento del movimento: ottenuti gli obiettivi che verranno nel dettaglio condivisi, il movimento si scioglierà.
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